Lucia Rizzi
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Il nostro tempo
Lucia Rizzi nel ruolo della protagonista, una Norma agguerrita sul versante drammatico.
G. Gervasoni

Gli Amici della musica
Lucia Rizzi (Norma) il fraseggio è interessante, il colore screziato di bruniture tragiche ed il personaggio emerge nella sua grandezza.
R. Pedrotti

IL Saviglianese
Ha fatto bene il soprano Lucia Rizzi nel ruolo protagonistico di Norma Il suo passato vocale da mezzo soprano ha reso possibile la zona centrale della partitura molto più corposa e avvincente, inoltre il settore acuto, è risultato sicuro e squillante.
I. Bottero

La Padania
Il ruolo della protagonista Norma è interpretato da Lucia Rizzi che rivela la sua natura antica di mezzosoprano nella tessitura grave e la propensione al belcantismo nelle coloriture e agilità. E’ musicale ha il senso del legato e canta con gusto giocando sui piani e le mezzevoci.
W. Baldasso

Libertà
L’Odabella (Attila Verdi) di Lucia Rizzi, sicura nell’ affrontare con determinazione l’impervio ruolo superando asperità di sesto grado, alterne a oasi di belcanto.
F. Bussi

Amadeus
Vi spiccavano il bel timbro e il forte temperamento drammatico di Lucia Rizzi.
F.Degrada

La Voce
Abbiamo avuto modo di ascoltare la splendida voce di Lucia Rizzi, il soprano milanese alle invidiabili doti canore unisce una grazia ed una bellezza veramente accattivanti. Soprano dalla vocalità lirico – spinto e dotata di acuti squillanti e di preziosi filati, ha proposto al folto uditorio una cavalcata attraverso un secolo di melodramma.
C.Ambiveri

LIbertà
Lucia Rizzi ha reso omaggio al capolavoro di Cilea con un’acclamata resa di “Io son l’umile ancella “. E’ stato uno dei momenti più belli di un concerto davvero trionfale, che ha visto la splendida cantante milanese misurarsi con un gran numerosi stili attraversando con impressionante eclettismo da Rossini esaltato da una perfetta padronanza del belcanto a una dolce “ O mio babbino caro” fino alla rabbrividente intensità di “Ebben ne andrò lontana” dalla Wally di Catalani. Ma il timbro scuro ed emozionante della Rizzi ha avvinto con le gemme verdiane Nabucco, Aida, e Lombardi per toccare l’apice del pathos in una grande scena del Sonnambulismo da Macbeth.
O. Marchesi

L’Arena
Lucia Rizzi artista intelligente e dotata di una tecnica eccezionale, il nostro giudizio si rivolge alle arie verdiane da Attila, Ballo in maschera e Trovatore, condotte con le più sottili sfumature di tinte e di dinamica.La Rizzi si è espressa con una eloquenza di fraseggio eccezionale illuminando certi squarci drammatici in modo esemplare. Ha fatto vedere come si sfumano certe frasi, come si rinforzano, come si attaccano, come si può accentare, senza urlare, come si possono sviluppare tutte le indicazioni in musica, anche sul piano scenico - interpretativo. Una grande lezione che il pubblico ha apprezzato, assegnandole entusiastici e meritati applausi.
G.Villani

Libertà
Lucia Rizzi sorprendente voce di soprano drammatico dal timbro scuro e di ampia estensione, ha impressionato col virtuosismo sfoggiato nelle variazioni dell’ aria D’ amor al dolce impero della rossiniana Armida e ha avvinto col lirismo di Vissi d’arte, ma a toccare più profondamente il pubblico è stata la sua dolente, raffinatissima resa di D’amor sull’ali rosee dal Trovatore.
O. M.

Il Gazzettino
Una serata positiva che ha trovato la sua massima espressività nelle pagine rossiniane Lucia Rizzi ha trovato nell’ interpretazione del pesarese il mezzo per conquistare il pubblico, forte di una zona grave e centrale molto poderosa e incisiva e di una agilità di tutto rispetto.
M. D.

Tages Anzeiger
La giovane italiana Lucia Rizzi ha un perfetto dominio delle colorature rossiniane, affascina con un timbro vivo e pieno, è generosa nell’espressione e incanta il pubblico con molto charme.
M. Eidenbenz

Opera International
Lucia Rizzi, dimostra una sicurezza che lascia ben augurare per il futuro della nuova generazione delle cantanti rossiniane italiane.
E. Pousaz

Il Resto del Carlino
Straordinaria per partecipazione emotiva, dominio del timbro e ampia estensione il soprano Lucia Rizzi.
S. Garbato

Il Giornale
La Rizzi mostrava assieme alla maturazione una cura espressiva di tutto riguardo nel recitativo e aria “ Figli diletti figli.. Ah per questo mio cor..” dall’ Alceste di Gluck.
A. Cantù

La Nazione
La scelta dei solisti è stata di gran pregio da Lucia Rizzi, una voce dal timbro suggestivo e carico di espressività.
L. Pinzauti

L’Arena
Lucia Rizzi ha mostrato classe e capacità d’introspezione raffinatissima. Adriana Lecouvreur e Forza del destino, hanno brillato per gli appoggi del fiato da vero manuale, morbidi e totalmente estranei al grido e per un registro centrale solido e ben timbrato,ricco di suono e dunque plasmabile in colori smaltati.
G.Villani

Libertà
Con “ Madre Pietosa Vergine” e “La Vergine degli Angeli” da la Forza del destino, Lucia Rizzi ha conquistato il pubblico, con una sentita ed appassionata interpretazione e ha incantato con “D’amor sull’ali rosee” dal Trovatore dove ha dato prova di grande flessibilità e duttilità.
O. M.

L’Arena
Lucia Rizzi nell’insidiosa aria della pazziadi Lady Macbeth si è dimostrata interprete di acuta intelligenza, oltre che attrice. La Rizzi non di rado sa trovare anche soluzioni ai momenti trascurati perché in apparenza insignificanti.
G.V.

Alto Adige
Nella Rizzi hanno trovato una interprete magnifica per potenza e agilità della voce, e per un temperamento sanguigno che le ha permesso di evidenziare in modo superbo la drammaticità di queste pagine.
G.Podavini

Resto del Carlino
Lucia Rizzi nella sua attenta definizione tecnica vocale ed espressiva.
L. Pinzauti

Le Journal du Nord-Vaudois
Lucia Rizzi ha conquistato rapidamente il pubblico per la sua voce.Possiede una voce calda e a proprio agio sia nel pianissimo che nel forte, espressiva e sobria nel manifestarsi e il tutto al servizio di un’ottima tecnica.
H. Durst

Brescia Oggi
Lucia Rizzi è dotata di una voce notevole sia per intonazione che per spessore timbrico, voce persino superba in Brahms, ove la sua interpretazione della Senhsucht ha toccato le corde della commozione, attraverso un elegante controllo delle sonorità e una sapiente conduzione della frase musicale.Nella cantata Giovanna d’Arco, brava davvero la Rizzi, spesso obbligata da Rossini in parti scoperte, nelle quali una voce meno sicura si sarebbe facilmente disorientata.
R.Bellini

Il Tirreno
Una citazione particolare va a Lucia Rizzi, che avendo cantato parti impegnative in Falstaff e Pulcinella, ha ben illustrato le proprie doti musicali di timbro e di coloratura nel difficile ruolo di Clarice nella Pietra di Paragone, ottenendo un notevole successo personale.
C.Proietti

Corriere della Sera
Da ricordare il bell’impatto emotivo della voce di Lucia Rizzi.
M. Tannenbaum

Il Piccolo
Il temperamento di Lucia Rizzi trovava nel colore e nello spessore del fraseggio uno sbalzo davvero zingaresco. In un repertorio negletto agli italiani e riservato agli specialisti di lingua tedesca, rivela subito una espansione lirica di ammirevole risalto in bella evidenza anche nelle melodie di Dvorak.
G. Gori

L’Arena
Tra gli interpreti si è imposta Lucia Rizzi, capace di dare a Rosmene accenti di accorata sentimentalità.
A. Venturi

L’Opera (recensione discografica – Prigionier Superbo, Pergolesi)
La migliore in campo è invece Lucia Rizzi, con bella voce, piena e calda, che esce vincente dalla grande e tormentata aria che conclude il secondo atto, preceduta da uno dei rari recitativi dell’opera accompagnati dall’orchestra.
M. Beghelli

Musica (recens. discografica Giovanna d’Arco, Arie da camera,La regata veneziana – Rossini)
In questo gradevole disco, Lucia Rizzi si espone al più arduo dei confronti,proponendo una lettura della Giovanna d’Arco splendida cantata della maturità rossiniana che in passato è stato oggetto di registrazioni da parte dei più autorevoli specialisti in materia: Marilyn Horne per prima quindi Teresa Berganza e più recentemente Cecilia Bartoli si sono cimentate con questo impegnativo e originale brano (quasi una scena d’opera in miniatura articolata in arie, recitativi ed ariosi, con tanto di preludio affidato al pianoforte). Davvero una concorrenza temibile, ma la brava Lucia Rizzi non si lascia intimorire e grazie a un solido controllo dell’emissione e alla cura particolare per l’articolazione e il fraseggio esce a testa alta dall’impegno,segnalandosi per la pronuncia assai corretta e per un sobrio uso della mezzavoce. Una volta terminato il consistente brano iniziale, il recital prosegue con una dozzina di arie da camera,sempre a firma del pesarese, alcune di queste sono presentate in prima esecuzione assoluta e trasformano il compact in un indispensabile must per appassionati studiosi e collezionisti di cose rossiniane. Altre sono già ampiamente documentate in sede discografica, come La regata veneziana ma si riascoltano con piacere grazie al garbo della Rizzi.
M. Marcorini

CD Classica ( recensione discografica Spohr, Giuliani)

Una vera chicca per gli appassionati, così si presenta il disco di Lucia Rizzi. Eccelsi interpreti e basterebbe da un solo ascolto di Lied aus der Ferne di Giuliani o il Mignons Lied di Spohr a convincere dalla maestria esecutiva e della raffinatezza interpretativa.
Q. Trovato

Les Cahier de la Guitare e de la Musique (recensione discografica Sphor, Giuliani)
La bella voce di Lucia Rizzi arriva molto bene a trasmetterci il senso dei testi,sottolineando di volta in volta il tormento e il desiderio della morte, il misticismo estatico (Abschied di Schiller e An Mignon di Goethe) o anche l’espressione di una ingenua felicità, considerata leziosa per la nostra mentalità moderna (An das Schicksal di Reissig).
Non ascoltate il disco tutto di fila è talmente bello che va gustato a piccole dosi.
W. Kozyra

Seicorde (recensione discografica Spohr, Giuliani)
Vocalità tornita quella della Rizzi di pasta scura, plastica nell’estensione. Ben corposa nei bassi e colorita negli alti, sonora nelle dolcissime mezze voci riservate alle ninne nanne e alle serenate. Ariosa nell’impersonare entusiasmi e sconfitte, esaltazioni e strazi, gioie e pene d’amore.
Squillante nell’inno alla futilità della vita del Lied Vanitas Vanitatum su testo di Goethe, oppure nel festoso stacco di girotondo del Lied beim der Rundetanzen di Sphor.
Anche e soprattutto nei sei Lieder di Giuliani, con la loro inconfondibile impronta italiana, la bravura dell’interprete consiste nel saper rendere le più fini sfumature di sentimento, il trascolorare delle passioni, in una gamma svariata di brevi ed intense caratterizzazioni che vanno dal candore della contemplazione estatica al vagheggiamento della morte in un estremo addio.
E.Caneva

Il Fronimo (recensione discografica Spohr, Giuliani)
Lucia Rizzi ci offre una magnifica interpretazione, assecondando con espressione fremente o drammatica, delicata o decisa le molteplici emozioni che i testi suscitano.Le differenze rispetto ad altre versioni discografiche dei Lieder di Giuliani, è davvero notevole e non nascondo di aver provato qualche brivido nelle pagine di maggiore intensità espressiva.
F. Biraghi